La doppia faccia del liberalismo occidentale
Gli avvenimenti che si susseguono sulla scena internazionale con la minaccia di conflitti allargati in regioni afflitte da turbolenze sistemiche come il Medio Oriente, l’Asia Centrale e l’America Latina, inducono a pensare che si sia aperta una fase nuova nell’attuale epoca storica caratterizzata da una tenace resistenza della potenza egemone, gli Stati Uniti d’America, ad accettare l’insorgere di un nuovo equilibrio internazionale non più basato su regole dettate da Washington.
Come ha osservato il massimo responsabile della diplomazia russa, Sergej Lavrov, “il mondo sta abbandonando l’ordinamento unipolare e naturalmente all’Occidente questa trasformazione non piace e sta facendo tutto il possibile per recuperare la sua influenza nel mondo”. Chiaramente questo avviene con il pretesto di “diffondere la democrazia”.
La reazione dell’Occidente nel suo complesso (inclusa la UE) a quanto sta accadendo permette di giudicare quali siano i veri principi della sua visione ideologica. La retorica sulle tematiche del “liberalismo”, della “democrazia” e sui “diritti umani” vengono accompagnate da una impostazione che di fatto si basa sulla disuguaglianza, sulla ingiustizia e sull’egoismo.
Il liberalismo, che è l’ideologia predominante ed assolutista, che l’Occidente afferma di voler difendere, attribuisce un posto centrale all’individuo, ai suoi diritti ed alla sua libertà. Come si concilia questa idealizzazione astratta con la politica delle sanzioni? Le sanzioni pregiudicano direttamente la vita della gente comune, incidono sul loro benessere e danneggiano non soltanto i loro diritti sociali ed economici ma anche il diritto alla salute ed alla alimentazione. Le sanzioni creano anche vere e proprie tragedie umanitarie, vedi quanto sta accadendo alla popolazione dello Yemen.
Come potrebbe coniugarsi con i diritti umani il bombardamento di stati sovrani e il tentativo deliberato di distruggere la loro condizione di paesi sovrani con la morte di centinaia di migliaia di innocenti?
Si è visto quello che hanno provocato le guerre americane in Medio Oriente basate, come quella in Iraq o in Libia, su menzogne e pretesti: distruzione e uccisioni di massa che hanno sconvolto e destabilizzato quei paesi.
Per quello che riguarda l’Europa, sempre orgogliosa delle sue tradizioni di democrazia e diritti umani, gli stessi fanatici dell’idea liberale hanno favorito e praticato le violazioni massicce dei diritti della popolazione di lingua russa dell’Unione Europea, non soltanto in Ucraina ma anche negli stati baltici. Non si comprende quale caratteristica “liberale” contengano la proibizione dei visti e le sanzioni imposte dall’Occidente contro coloro che vivono in Crimea, regione che oggi fa parte della Russia grazie ad un referendum.
L’Occidente ha sviluppato nella sua Storia recente un concetto di Ordinamento Internazionale basato su diritto internazionale e sulle regole universamente riconosciute, quali la carta fondante delle Nazioni Unite. Il mondo ha assistito negli ultimi decenni ad un flagrante tentativo di affossare tali regole.
In particolare, Stati Uniti e Regno Unito hanno cercato di imporre la propria giurisdizione ad altre nazioni per sanzionare i paesi ritenuti ostili al dominio USA, dall’Iran alla Siria, al Venezuela, alla Corea del Nord. La lista oltretutto si allunga di continuo.
L’ipocrisia dei paesi occidentali potrebbe essere stigmatizzata ancora di più nel caso dei diritti umani quando le sanzioni e l’embargo colpiscono paesi poveri e abbandonati ai loro aggressori ricchi come nel caso dello Yemen.
In realtà questa doppia faccia dell’Occidente contribuisce alla perdita di prestigio degli USA e dei suoi alleati in tutto il mondo. Non può sfuggire lo status di totale subordinazione dell’Europa alle politiche egemoniche di Washington e questo incide nella capacità dei paesi europei a far valere una propria politica di accordi nei confronti dei paesi africani e mediorientali da cui proviene la grande parte dell’immigrazione di massa che si riversa sull’Europa. Le responsabilità dei governi che hanno avallato le campagne belliche americane sono troppo evidenti per essere sottaciute o dimenticate.
Il liberalismo come ideologia, nelle sue contraddizioni e nella sua ipocrisia, è ormai considerato obsoleto e fuori dalla cultura di una buona parte dei paesi emergenti, gli stessi che oggi sono alla ricerca di un modello diverso da quello che l’Occidente per secoli ha cercato di imporre. Questa sarà la peculiarità della nuova epoca che si affaccia nella Storia, un ritorno di molti paesi alle proprie tradizioni e culture, una fase in cui il mondo si andrà assestando su un ordine multipolare e non sarà più l’Occidente a dettare le sue regole agli altri, che piaccia o no.