La nuova fase del conflitto in Europa è iniziata

La nuova fase del conflitto in Europa è iniziata

L’andamento del conflitto in Ucraina, sfavorevole per le forze ucraine e per la Nato, segna la necessità di un cambio di passo per la strategia di Washington e dei patrocinatori della giunta di Kiev. Oggi tutti gli analisti e i principali media riconoscono l’impossibilità di una vittoria militare sulla Russia e tanto meno la probabilità che Kiev possa riprendere il controllo dei territori annessi alla Russia.

Vista la debacle sul terreno delle forze ucraine, il conflitto deve entrare in una nuova fase: il fumoso piano B dell’Amministrazione Biden.

Una possibilità sarebbe stata quella di un negoziato con la Russia per fermare le ostilità e dare respiro alle forze ucraine, una sorta di “pace coreana”, ma questo è impossibile di fronte alla intransigenza di Zelensky ed alla posizione della Russia di Putin che non accetterà mai una Ucraina armata e sostenuta dalla Nato che utilizzerebbe la tregua per riorganizzarsi e riprendere le ostilità contro la Russia.

Di conseguenza la triade Blinken, Nuland, Sullivan, tutti appartenenti alla stessa setta, visto il fallimento dell’offensiva sul terreno, hanno convinto Biden nel consentire l’invio in Ucraina di missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per attaccare in profondità nel territorio russo, in particolare colpire la Crimea, con una mossa che Mosca ha precedentemente definito una “linea rossa”, cosa che renderebbe Washington una parte diretta del conflitto.

Risulta che l’Amministrazione Biden, sta valutando l’invio dei missili ATACMS a lungo raggio. La parte più saliente del progetto è quella per cui si prevede che, per portare a termine tali operazioni, verranno utilizzati mezzi di ricognizione e collegamento della NATO, sia con equipaggio che senza equipaggio, rendendo gli Stati Uniti un virtuale co-belligerante.

Nel frattempo l’opinione pubblica, sia negli Stati Uniti che in Europa, inizia in maggioranza a dare segni di stanchezza e a distaccarsi dalla linea dell’appoggio all’Ucraina e dell’invio di armi.

Si può aggiungere che, per proseguire il conflitto “sine die”, anche l’Europa ha i suoi limiti. Le scorte di armi occidentali sono esaurite nei magazzini e l’Ucraina è un pozzo senza fondo dove scompare molta parte dei fondi inviati e delle armi, rivendute sul mercato nero. Il tutto fa arricchire gli oligarchi ucraini e rende più povera la gente comune in Europa.

Washington e la NATO devono dimostrare di poter infliggere una sconfitta strategica alla Russia per giustificare gli enormi esborsi all’Ucraina. Soltanto colpendo in profondità la Russia, con attacchi missilistici, la Nato potrà dimostrare di essere vincente. Gli strateghi occidentali hanno sottovalutato la Russia e le sue capacità militari.

Le forze russe sono in grado di colpire le basi della NATO in tutta Europa e paralizzare una reazione efficace della Nato, grazie all’uso di missili ipersonici. Tuttavia gli strateghi di Washington, ancora una volta, rischiano di aver sbagliato i loro calcoli: di fronte a un attacco missilistico sul suo territorio la Russia, con molta probabilità, reagirà pesantemente.

La Russia non accetterà un’escalation così sfacciata, soprattutto perché questi sistemi d’arma avanzati utilizzati per attaccare la Russia sono in realtà gestiti da personale della NATO. Il presidente Putin ha dichiarato venerdì ai media che “abbiamo individuato mercenari e istruttori stranieri sul campo di battaglia. Penso che ieri o l’altro ieri qualcuno sia stato catturato di nuovo.”

L’escalation della guerra appare quindi inevitabile con grossi rischi di conflitto nucleare, grazie alla ossessione dei neocon di Washington di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. Di fronte a tale situazione gli europei assistono passivamente senza alcuna iniziativa concreta.

Senza considerare che la crisi sta investendo in pieno i paesi della UE, la Germania, motore economico della UE, è già entrata in recessione.  Era l’obiettivo di Washington, sbarazzarsi del suo maggiore concorrente in Europa ed attirare le industrie tedesche delocalizzate negli Stati Uniti con il più basso costo dell’energia, tagliando ogni rapporto con la Russia. Di sicuro l’umore  dell’amministrazione Biden in questo momento non è dei migliori visto che  la guerra per procura in Ucraina sta ostacolando la strategia  indo-pacifica spinta al massimo contro la Cina.

L’inedita nuova alleanza fra la Russia e la Corea del Nord rende ancora più complicato il contesto asiatico Pacifico. Certamente la mossa di scacchi fatta ultimamente da Putin, in occasione della visita del premier Kim Jong, ha reso le cose più difficili per gli anglo statunitensi. In un potenziale attacco alla Cina gli Stati Uniti potrebbero rompersi i denti contro il triangolo Cina-Russia- Corea del Nord. Una situazione inedita in cui gli statunitensi si trovano per la prima volta nella loro storia.

Immagine: https://www.agi.it/

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