La Russia e la Cina hanno cambiato il gioco sulla scacchiera internazionale
Una contesa apparentemente marginale si sta svolgendo sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Gli Stati Uniti vorrebbero bloccare l’esportazione di armi all’Iran per evitare che questo paese sia in grado di difendersi rispetto alle politiche aggressive di Washington e di Israele.
Per questo motivo Washington sta facendo pressione sull’ONU per prorogare la scadenza dell’embargo all’acquisto di armi all’Iran che scade il 16 ottobre. Tuttavia la Russia si oppone argomentando che gli USA sono usciti dall’accordo sul nucleare con l’Iran che prevedeva quella clausola e di conseguenza non hanno più alcuna legittimità per fare una tale richiesta. La Cina appoggia la posizione della Russia ed è decisa a votare contro quella risoluzione.
Questa contesa dimostra che la Russia e la Cina fanno blocco comune per far fallire le trame che USA e alleati ordiscono conto l’Iran.
Gli Stati Uniti non ancora percepiscono di non essere più l’unica superpotenza al mondo.
La Russia con il suo intervento in Siria si è affermata come l’unico paese in grado di tenere testa ai piani di dominio di Washington.
La Cina ha seguito il suo percorso di sviluppo economico e militare e si è inserita nello scenario internazionale affermando i suoi interessi non solo in Asia ma anche in Medio Oriente.
L’Iran è divenuto un paese ben armato e dispone di importanti alleati in Libano, Siria, Iraq e Palestina. Questi paesi sono riusciti a costituire un “Asse della Resistenza” alle pretese egemoniche degli USA e di Israele nella regione.
Questo è reso possibile anche dalla Russia e dalla Cina che fanno da blocco protettivo di questi paesi.
Gli USA si basano sula totale subordinazione dei propri alleati, come i paesi della UE che si uniformano a tutte le misure sanzionatorie decretate da Washington, anche quando queste sono in contrasto con i propri interessi nazionali. Il caso dell’Italia è il più eclatante visto che Roma aveva rapporti consolidati con l’Iran, con la Libia, con la Siria.
A metà giugno, gli USA prevedono di aumentare le sanzioni statunitensi contro la Siria, per “perseguire individui, gruppi, società e paesi che hanno a che fare con il governo di Damasco “. La motivazione è quella della difesa dei “diritti umani”. Le sanzioni colpiscono anche la banca centrale siriana, congelando i beni di persone che hanno a che fare con la Siria.
Queste nuove sanzioni statunitensi contro la Siria, denominate “Caesar Syria Civilian Protection Act”, sono da attribuire al fallimento della politica USA che mirava a sottomettere e balcanizzare la Siria, con la complicità di Israele e di altri paesi (Turchia e Arabia Saudita). Washington non si è rassegnata alla sconfitta.
Le sanzioni ad altri paesi hanno generato enormi danni umanitari, come accaduto in Iraq con la morte di centinaia di migliaia di bambini. È dimostrato che le sanzioni in generale apportano sofferenze principalmente alla popolazione.
Le sanzioni USA/NATO non saranno rispettate dai paesi che fanno blocco contro le politiche degli USA e di Israele.
L’Iran, che è il più importante paese dell’area, si trova sotto sanzioni da circa 40 anni ed ha dimostrato che si può resistere ed ha già contestato le sanzioni statunitensi e dell’UE sulla Siria inviando petroliere a Damasco. Inoltre, Teheran ha preso l’iniziativa di inviare cinque navi cisterna in Venezuela, un altro paese che ha sofferto le dure sanzioni statunitensi. I paesi europei stanno quindi perdendo ogni possibilità di rientrare in Siria, di essere coinvolti nella sua ricostruzione. I paesi sotto sanzioni dell’Occidente si coalizzano fra loro e questo è il vero fatto nuovo del momento.
Nel frattempo la Russia espande in Siria le sue basi militari e firma accordi per fornire a Damasco moderni equipaggiamenti militari e permette all’Esercito siriano di acquisire nuova forza. La Russia questo mese ha fornito alla Siria squadroni di aerei da combattimento, MiG-29 aggiornati. Questo mentre la Cina ha inviato in Siria tonnellate di aiuti alimentari per la popolazione incluso medicinali ed attrezzature sanitarie.
D’altra parte la Cina si trova ormai in una situazione di ” guerra fredda ” a causa delle accuse degli Stati Uniti secondo cui Pechino è responsabile dello scoppio del COVID-19. Queste accuse hanno l’obiettivo di impedire a Pechino di fare affari con il mercato europeo; tuttavia sia la Germania che l’Italia hanno precisi accordi per la tecnologia 5G con Pechino.
La Cina ha già firmato un mega contratto con il governo dell’Iraq, petrolio in cambio di ricostruzione per 20 miliardi di dollari, ed è già impegnata in Siria ed in Iran per mega progetti di infrastrutture e costruzioni.
L’Europa si è tenuta fuori dalla porta del Levante dell’Asia per sottomettersi acriticamente alle direttive di Washington.
Mentre negli USA cresce la violenza e la guerra civile contro le violazioni dei diritti umani da parte della polizia, le sanzioni illegittime di Washington si ritorcono contro chi le ha emesse in un significativo contrappasso della Storia.