Lotta anticoloniale della Russia contro l’Occidente atlantista
Nel discorso tenuto da Vladimir Putin ai partecipanti nazionali e stranieri del Valdai Club è stato espresso per la prima volta il concetto della lotta anticoloniale della Russia contro la supremazia degli USA e dell’Occidente ed è stata data una spiegazione di cosa significhi questo scontro.
Tale affermazione si è dimostrata una mossa intelligente fatta da Putin che ha reso la Russia capofila dei paesi che intendono ribellarsi all’ordine occidentale diretto dagli USA. Questa posizione ha infatti attirato verso la Russia un buon numero di paesi che hanno conti in sospeso con le potenze occidentali per le politiche neocolonialiste perseguite fino ad oggi.
Non si può non riconoscere che l’offensiva russa in Ucraina ha assunto la forma di una risposta del mondo russo nazionale e identitario all’espansione a lungo termine dell’imperialismo USA/occidentale. Tanto più che l’intero blocco della NATO, di fatto, ha preso parte diretta nel conflitto a fianco dell’Ucraina.
Questo è uno sviluppo che gli anglosassoni non prevedevano ma che si va sempre di più configurando.
Tuttavia vi sono differenze nella posizione dei vari paesi ma, allo stesso tempo, gli interessi della Russia coincidono con le aspirazioni della maggior parte dell’umanità. Questo è un dato di fatto, anche se nessuno tra i paesi della Maggioranza Mondiale (stati la cui popolazione costituisce l’85% della popolazione mondiale) agirà ora come un fronte unito contro il sistema neocoloniale dell’Occidente. Sono tutti paesi interessati al diritto allo sviluppo, dalla grande Cina alle monarchie del Golfo Persico, dall’India ai piccoli paesi dell’Africa.
Tuttavia, nel quadro del sistema creato dagli Stati Uniti e dall’Europa dopo la Guerra Fredda, è stata proprio la possibilità di sviluppo a diventare la questione più difficile e irrisolta per la maggior parte degli Stati del mondo. Le politiche delle centrali USA di imposizione del cappio al collo finanziario per imporre il modello neoliberista del mercato aperto in cambio di riforme ed ingresso libero delle multinazionali occidentali, sono state ormai smascherate e molti paesi si sono agganciati al carro della Cina che, con la sua Belton Road, prospetta una via di sviluppo diversa e priva di ricatti tipici di Washington e delle sue centrali finanziarie controllate dalla sua elite di riferimento.
Di contro Mosca ha dovuto proteggere i suoi interessi economici dal completo annientamento, attraverso l’inevitabile scontro con l’imperialismo occidentale, che utilizza il regime ucraino per i suoi scopi di egemonia imperiale.
La distruzione della Russia è un processo programmato dall’Occidente, di cui esistono le prove e gli scritti delle varie fondazioni americane come il Brooking Institute e le analisi degli strateghi.
Può essere possibile che il Cremlino abbia in qualche modo cercato di placare “l’orda” dei neocons guerrafondai cercando pragmaticamente una forma di compromesso ma si è rivelato un tentativo inutile. L’espansione della macchina da guerra della NATO è proseguita verso Est fino ad attestarsi alle frontiere russe.
Tutto questo conferma che la Russia in questo momento sta combattendo una lotta esistenziale contro nemici che la vogliono annientare e ridimensionarne il ruolo.
La crisi interna negli Stati Uniti e quella indotta in Europa sta costringendo l’occidente ad agire sempre meno attraverso espansione economica e ad affidarsi sempre di più alla forza bruta. Vediamo che nei negoziati, anche con i loro alleati, i rappresentanti di Washington ricorrono costantemente alle minacce.
Il blocco costituitosi fra Russia e Cina rappresenta una sfida alla posizione di monopolio degli Stati Uniti e dell’Europa, una minaccia alla loro capacità di condurre un’esistenza parassitaria su scala globale profittando della supremazia del dollaro e del potere militare, finanziario e mediatico.
La Cina è riuscita a creare un’economia potente con risorse umane colossali, con sviluppo autonomo della propria tecnologia e questa è la più grande minaccia a un tale monopolio. Ora la maggioranza mondiale dei paesi emergenti sta già seguendo questa strada per affrancarsi dalla dipendenza occidentale.
Gran parte della posizione di monopolio dell’Occidente risiede nella capacità di controllare le finanze e i sistemi mondiali che assicurano il funzionamento dell’intera economia mondiale.
Questo ha messo in allarme altri paesi ed ha portato questi alla necessità di proteggersi. Le misure sanzionatorie e di esclusione decretate contro la Russia si sono rivelate un boomerang per l’Occidente.
In altre parole, il contesto internazionale è ora dalla parte della Russia e della Cina. In particolare la Russia non per caso è stata la prima a scontrarsi con l’Occidente in un conflitto militare-diplomatico sulla questione ucraina oggi. In precedenza lo scontro era stato in Siria e in Georgia dove Mosca si è mossa a difesa dei suoi interessi e di quelli delle popolazioni assediate dal terrorismo (Siria).
Quello che ora ci si domanda non è se l’Occidente perderà: è già storicamente destinato a perdere la sua posizione di monopolio nel mondo. Per la Russia, la cosa più importante è come questa uscirà dal confronto in corso.
Indipendentemente da quale sia l’esito dello scontro, una cosa è certa, in ogni caso non sarà possibile tornare indietro al modello economico e politico preesistente. La Storia deve fare il suo corso.
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