Lotta per l’egemonia globale e mondo multipolare
La guerra in Europa tra la Russia e il blocco Ucraina/NATO sta portando morte e distruzione per la popolazione ucraina che viene sacrificata agli interessi degli istigatori del conflitto (gli anglosassoni). Questa guerra sta producendo anche sfollamento, emigrazione e diaspora per gli ucraini mentre, per i comuni cittadini del resto del mondo, il costante aumento dei prezzi del petrolio, dei cereali e dei fertilizzanti, quindi, maggiore inflazione, oltre al rallentamento dell’economia mondiale, già in atto da prima dell’epoca dei blocchi per causa della pandemia del Covid-19.
Come sempre accade nelle guerre c’è qualcuno che ne trae vantaggio, e questi sono sempre i gruppi di potere dominanti, in particolare i grandi produttori di armi (l’apparato militare industriale, predominante negli USA), come anche le multinazionali dell’energia, del gas scisto e del petrolio.
Gli avvenimenti odierni dimostrano che l’umanità si trova in una fase di regresso avviata verso un’epoca di guerre e carestie. Ben diversa prospettiva rispetto a chi profetizzava la “fine della Storia” per celebrare l’avvento di un mondo globalizzato sotto un unico polo di potere.
Questa è la sfida che continua a coinvolgere i popoli per quanto obnubilati dal mito del progresso, del consumismo e dello sviluppo senza limiti.
Lo scontro che si sta svolgendo oggi tra Russia e Ucraina (un processo complesso, con una storia lunga e tortuosa che risale a molti decenni addietro), dimostra che è in atto una lotta di potere a livello mondiale tra progetti che si fronteggiano per l’egemonia globale a medio e lungo termine.
Bisogna intendere che i detentori del grande capitale dominante (quello della elite di potere degli Stati Uniti egemonici), non tollerano un competitor nel loro dominio mondiale.
Questo il motivo di fondo che ha determinato lo scontro di quel polo di potere con un altro asse altrettanto potente. In sostanza contro il potere militare della Russia e il gigantesco potere economico-scientifico-tecnico della Cina. Nello specifico, quale principale elemento in gioco è il controllo dell’Eurasia e delle sue risorse, come principale mercato in sviluppo nei prossimi decenni.
L’Europa in particolare è un grande mercato per le fonti di energia, conteso da Russia e Stati Uniti. Per gli europei è molto più conveniente negoziare con il vicino russo, con prezzi più accessibili e forniture più dirette e rapide per ragioni geografiche e infrastrutturali.
Una dimostrazione di questa disputa sulla geoenergia sono gli interessi delle multinazionali statunitensi che cercano di imporre il proprio gas liquefatto (molto più costoso e più lento da fornire). Poiché il gioco è guidato dalla potenza egemone che dispone del maggior potere militare, economico e politico, l’Europa sottomessa a Washinton, nonostante sia contrario ai suoi interessi, smetterà di acquistare gas dalla Russia (cedendo alle continue pressioni e ricatti).
Nel frattempo non si esclude di aprire la possibilità per Iran e Venezuela (vecchi nemici dell’ordine USA) di rifornire di petrolio l’Europa e il Nord America a medio termine e provare così ad abbassare i loro prezzi. Non si può mai dimenticare che questa guerra, come tutte le guerre, in ultima analisi, ha come sfondo una profonda espansione geopolitica, e di mercato e interessi di controllo.
Con la disintegrazione dell’Unione Sovietica, il grande capitale anglo USA, aveva cercato con tutti i mezzi di impedire la rinascita della Russia, cercando di disarticolarne l’economia e la gestione delle risorse, rompendo le ex repubbliche sovietiche con le denominate “rivoluzioni di colori”. Tuttavia, nel bel mezzo dell’unipolarismo che ha lasciato gli Stati Uniti come unica potenza per alcuni anni, sono emersi nuovi elementi: la Cina ha cominciato a crescere come una grande potenza economica e la Russia è rinata militarmente e politicamente, sebbene con posizioni diverse, la Russia autoritaria e nazionalista, la Cina a partito unico, caratterizzata da un capitalismo controllato dallo Stato, con il suo “socialismo di mercato”. Questo mentre in Russia le correnti identitarie che si rifanno alla storia ed alla tradizione spirituale religiosa della “Grande Russia”, hanno preso il sopravvento.
Non poteva non esplodere il contrasto tra le l’elite di potere occidentali, globaliste, massoniche e transumaniste e l’ideologia propugnata dalla Russia, di cui Putin (dopo varie esitazioni) si è fatto promotore.
Oggi assistiamo a una lotta di giganti per l’egemonia globale. L’Europa occidentale, un tempo il centro del mondo dall’ascesa del capitalismo, ha ceduto la sua sede di comando agli Stati Uniti e ne segue le direttive e le sorti.
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