Neutralizzare lo sviluppo dell’Eurasia, l’obiettivo dell’élite di potere USA
La condotta dell’Amministrazione Biden, fin dagli inizi, ha dimostrato inequivocabilmente una netta propensione a provocare guerre e ostilità come propria strategia per preservare il suo declinante dominio mondiale. La strategia utilizzata da Washington si è basata essenzialmente nel creare, nei paesi confinanti con la Russia, delle piattaforme offensive con cui puntare ad un accerchiamento del nemico, con successiva possibilità di infiltrazioni e destabilizzazione all’interno.
Bisogna considerare anche che il calo dei consensi all’interno degli States e la popolarità di Joe Biden e del Partito Democratico sono in costante discesa. Sulla scia della sua vergognosa fuga dall’Afghanistan e alla vigilia delle prossime elezioni, l’amministrazione Biden ha un disperato bisogno di una guerra “vittoriosa”. E tale fattore spinge ancora di più i democratici americani a tentare di dimostrare la propria potenza, fino al rischio di scatenare di un conflitto militare con la Russia o con la Cina.
Questo spiega perché tale strategia è utilizzata in modo similare con la Russia e con la Cina, ma non è escluso che il calcolo sia del tutto sbagliato ed al di fuori della portata degli USA, nonostante la loro smisurata potenza militare e la smodata volontà di dominio dei neocon insediati a Washington.
In questo modo si sta creando uno scenario che inevitabilmente si ritorcerà contro la stessa potenza americana che non è in grado di reggere un confronto con le due super potenze concorrenti: la Russia e la Cina.
Si assiste ad una continua retorica di propaganda dove i personaggi dell’Amministrazione USA, come Blinken o Austin, insistono nell’ accusare la Russia di un prossimo tentativo di invasione dell’Ucraina, rovesciando chiaramente la realtà esistente. Infatti sono gli USA ad aizzare provocazioni trasferendo truppe ed armamenti vicino alle frontiere della Federazione Russa.
Washington si dichiara preoccupata per l’attività delle forze armate russe vicino al confine ucraino e accusa la Russia di preparare un’aggressione militare dell’Ucraina.
Tuttavia, esaminando la situazione effettiva sul terreno, la falsità è abbastanza ovvia. L’Ucraina viene aizzata dagli USA e dalla NATO nella sua offensiva contro il Donbass e vengono fornite sempre più armi sofisticate per fronteggiare la Russia.
In altre parole, sono gli Stati Uniti, con la complicità di alcune potenze e strutture europee, la forza che attualmente spinge il Donbass, l’Ucraina e tutta l’Europa verso una nuova guerra.
Questa strategia di provocazione diretta a suscitare un conflitto mira chiaramente alla realizzazione di un cuneo fra l’Europa e la Russia, evitando l’insorgere di una potenza euroasiatica.
Sono interessi egemonici che non hanno nulla a che fare con gli interessi dell’Europa stessa, dal momento che consentono una grande guerra europea con i suoi effetti distruttivi. Saranno i popoli del continente a soffrirne le conseguenze. D’altra parte l’élite di potere anglosassone intende neutralizzare l’Europa sospingendola ad uno scontro con la Russia. Questo l’obiettivo implicito nelle azioni dell’Amministrazione USA, obiettivo ben compreso dal presidente Putin che ha dimostrato fino ad oggi moderazione ed equilibrio ma, di fronte alle ultime provocazioni, la Russia prepara le sue contromisure.
Con la dirigenza ucraina non è possibile più alcun dialogo: il presidente Zelensky e i suoi sodali sono alla disperazione per la difficile situazione di stato fallito in cui si trova il paese che sta soffrendo una crisi energetica, una crisi alimentare e una crisi demografica. L’unica soluzione è la guerra, spalleggiati dagli USA, per distrarre dai drammatici problemi della loro gente.
Saranno i prossimi mesi a determinare quale sarà l’esito di questo braccio di ferro e le sue conseguenze, in ogni caso, saranno funeste.
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