USA, Arabia Saudita e Israele puntano sul Libano per rifarsi della sconfitta subita dai loro mercenari in Siria
Tutti gli analisti e gli osservatori indipendenti hanno dovuto prendere atto che, la vittoria ottenuta in Siria dalle forze dell’asse della resistenza, costituito da Siria e dai suoi alleati (Hezbollah e forze iraniane), ha rappresentato un evento di grande impatto, un avvenimento finalmente positivo per le popolazioni della Siria, dell’ Iraq e dell’intera regione.
La sconfitta dei gruppi mercenari takfiri, armati da USA ed Arabia Saudita, è indubbiamente un grande progresso ma anche un segnale di allerta per quei paesi che hanno patrocinato il terrorismo nella regione. Questa vittoria costituisce un avvertimento, nel senso che le forze della resistenza non faranno passare senza reagire le possibili nuove operazioni di sovversione e di destabilizzazione che già si preparano.
Qualunque scenario futuro in Medio Oriente non potrà non considerare questa stretta alleanza costituitasi tra la Siria di Bashar al Assad, il movimento Hezbollah, l’Iran ed i combattenti delle milizie sciite irachene di “Hashd al-Shaabi” che hanno affiancato l’esercito di Baghdad e di Damasco nella guerra al Califfato.
La sconfitta del Daesh (ISIS) segnerà la storia della regione e nonostante questo, le potenze che hanno visto sconfitti i loro mercenari stanno già cercando di screditare l’asse della Resistenza con accuse false di terrorismo, di minaccia alla stabilità ed alla sicurezza di Israele e dei paesi vicini.
Le forze dell’Asse della resistenza rappresentano oggi una muraglia solida, un argine che non è possibile scalzare facilmente ed è quindi normale che si cerchi di screditarle con le accuse di terrorismo, quando effettivamente coloro che hanno organizzato e finanziato il terrorismo sono precisamente questi governi di Washington, di Londra, di Rijad e di Tel Aviv con la loro aggressione contro la Siria, contro lo Yemen (vedi i rapporti dell’ONU) e queste accuse sono parte dell’ipocrisia e del doppio standard di questi paesi che cercano di sviare l’attenzione dalle loro responsabilità. Vedi: UN Report: Saudi Coalition Responsible For Mass Child Deaths In Yemen(Trapelato rapporto ONU: coalizione saudita e omicidi di massa )
Queste potenze non si rassegnano alla sconfitta, piuttosto elaborano piani per mandare avanti le loro cospirazioni che cercano ancora di destabilizzare e che puntano adesso sul Libano, considerato l’anello debole della resistenza, quello più facile da aggredire. Non a caso da ultimo, le autorità di Tel Aviv hanno minacciato di far tornare il Libano all’età della pietra come punizione per aver dato appoggio ad Hezbollah ed alla lotta della Siria.
Come ha recentemente dichiarato il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, “la sconfitta del Daesh e dei gruppi terroristi takfiri in M.O. non può lasciare tranquillo l’asse della resistenza, le forze della resistenza devono mantenersi allerta e devono seguire combattendo e devono appoggiare il popolo del Libano, il popolo palestinese, quello dello Yemen, della Siria e certo non possono rimanere con le braccia conserte nè possono aspettare che il nemico si riorganizzi, al contrario bisogna seguitare a combattere perchè il nemico è poderoso e dispone di armi e di grandi risorse finanziarie, di appoggio politico e diplomatico, bisogna ancora combattere perchè la causa è giusta e perchè gli interessi sono giusti e queste società appoggiate dall’asse della resistenza non devono essere abbandonate”.