Si avvicina per il nuovo anno una prospettiva di guerra in Europa?
Le previsioni per il 2022 non sono positive e si intravede la possibilità di nuovi disastri che possono incombere sull’Europa e sul mondo fra pandemia del Covid, crisi economica, regime totalitario di sorveglianza, migrazioni senza controllo e, se questo non bastasse, il pericolo di un conflitto allargato in Europa.
Le tensioni ci sono tutte e la lista dei punti caldi del globo dove queste si manifestano vede l’Est Europa, l’Ucraina in particolare, come uno dei punti di frizione più pericolosi, assieme a Taiwan ed al Medio Oriente.
Un comunicato del Ministero della Difesa russo ha appena dichiarato che l’Occidente cerca di provocare un conflitto in Ucraina e di incolpare di questo la Russia ma c’è anche dell’altro che trapela da fonti militari. Movimenti massicci di truppe della NATO nei paesi dell’Est e accumulo di forze aeree fanno pensare ad una prossima offensiva in grande stile contro la Russia.
La fonte delle tensioni tra USA, Russia e NATO è la potenziale ammissione dell’Ucraina nella NATO, così come il conflitto nel Donbass che Kiev vorrebbe risolvere con la forza, oltre all’assenza di una garanzia di sicurezza richiesta dalla Russia all’Occidente per bloccare l’espansione della NATO verso le frontiere russe, una situazione che lascia poca scelta a Mosca se non quella di tenere una linea dura.
Washington si è continuamente ritirata dai trattati di riduzione degli armamenti ed è la NATO che si è allargata verso est, nonostante gli impegni informali di non espandersi fatti alla fine della Guerra Fredda.
La Russia non ha altra scelta che interpretare questo accerchiamento come una minaccia alla propria sicurezza. Nelle prossime settimane sarà chiaro quali decisioni verranno prese dall’una e dall’altra parte ma il pericolo di conflitto è molto alto.
Tralasciamo di analizzare la situazione del Medio Oriente (richiederebbe un capitolo a parte) dove gli Stati Uniti hanno ormai perso influenza e credibilità con la sconfitta in Siria e la crescita dell’influenza della Russia e dell’Iran mette in scacco la supremazia degli USA e di Israele.
Parallelamente l’amministrazione Biden è in guerra economica con la Cina su tutti i fronti. La strategia adottata da Washington contro Pechino è quella denominata “Built Back Better”, che di fatto consiste nel contenere lo sviluppo delle infrastrutture della Cina e gli investimenti nel sud del mondo che si andranno a realizzare mediante il gigantesco progetto della Belton Road. In tale contesto Washington è alla affannosa ricerca di nuovi partner al fine di utilizzare la questione del cambiamento climatico come pretesto per isolare la Cina e le Nuove Vie della Seta come un progetto da punire con la guerra economica, sanzioni e più sanzioni, trascurando il fatto che le catene di approvvigionamento degli stessi Stati Uniti e dei paesi occidentali passano attraverso la Cina.
Oltre a questo c’è la scottante questione di Taiwan che Pechino rivendica come parte di “una sola Cina” e dove l’amministrazione di Washington cerca di istigare la dirigenza dell’isola a combattere per affermare la sua indipendenza, con invio di armamenti e consiglieri militari USA nell’isola. Cosa che fa infuriare Pechino che ha giurato di riprendersi il controllo di Taiwan a breve termine, che gli USA lo vogliano o no.
La Cina dispone di un armamento possente, di una enorme flotta e di mezzi tecnologici super sviluppati ed è perfettamente in grado di procedere senza timore. Questo rende le teste d’uovo statunitensi molto nervose perché si trovano per la prima volta di fronte ad un avversario temibile. La propaganda non basta e la forza militare dissuasiva degli USA è sempre meno credibile dopo il catastrofico ritiro dall’Afghanistan.
La Storia fa il suo corso e gli Stati Uniti stanno compiendo vani sforzi di fermare l’ascesa di un nuovo ordine multipolare dove Washington non potrà più esercitare la sua vecchia pretesa egemonica.
Questo nuovo scenario vede l’Europa in posizione subordinata e passiva che ancora fatica a realizzare la nuova realtà geopolitica per la libidine di servilismo delle sue classi dirigenti verso il vecchio egemone americano, che ha come suo obiettivo principale quello di impedire lo stabilirsi di una cooperazione fra Germania (Europa) e Russia, con lo sviluppo di una prospettiva euroasiatica che metterebbe nell’angolo la declinante super potenza Statunitense.
Per gli anglosassoni questo è intollerabile dato che dovrebbero rinunciare al loro vecchio sogno di supremazia mondiale, sempre perseguito dall’Impero Britannico prima e da quello americano dopo.
Gli anni a venire determineranno vincitori e vinti nella battaglia per l’affermazione dei nuovi equilibri mondiali e non basteranno i piani messi in atto dalle elite economiche occidentali per riprendere il controllo globale mediante escamotage come la pandemia del covid ed il grande reset che è stato programmato per il post Covid. ci vorrà altro per cambiare il corso della Storia e non si può escludere che qualcuno, accecato da follia distruttiva, voglia ricorrere a premere il bottone di un conflitto nucleare per giocarsi il “tutto per tutto”.
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