Si gioca in Europa la caduta dell’Impero Americano


 

Si gioca in Europa la caduta dell’Impero Americano

Abbiamo esaminato molte volte gli aspetti del declino della potenza egemonica USA e della sua crisi di sistema che si riflette sulla capacità di dominare il mondo e di saccheggiare le risorse dei paesi assoggettati.

Fermo restando che questo processo di caduta è in corso e sarà irreversibile, non è però realistico aspettarsi che l’elite di potere che guida la politica degli Stati Uniti possa accettare senza reagire il deciso calo della propria influenza. Non a caso la reazione a questo processo appare sempre più inconsulta e si concretizza in azioni che sono estreme e disperate, al limite dell’isteria.

Così le operazioni terroristiche realizzate dai servizi di intelligence statunitensi, in combutta con altri operatori, lasciano intravedere un ricorso continuato all’opzione terroristica. Il sabotaggio del Nord Stream, attuato con la probabile assistenza dei gruppi speciali della marina norvegese nel Mar Baltico, è una di queste azioni. L’omicidio del blogger russo, Vladlen Tatarsky, mediante esplosivo nel caffè di San Pietroburgo, con l’episodio analogo, l’assassinio della giornalista Daria Dugina, figlia del filosofo Alexnder Dugin, è un altro episodio analogo. Se ne possono elencare altri di questi episodi (sia in Ucraina che in altre regioni) in cui i servizi di intelligence della CIA sono specializzati.

Non deve sfuggire a questo quadro quanto sta avvenendo in Medio Oriente dove gli Stati Uniti, messi fuori gioco dall’attivismo della Repubblica Popolare Cinese (RPC), si stanno dedicando a sostenere il loro alleato di vecchia data, Israele per contrastare l’influenza dell’Iran nella regione. Non a caso in Sria, ancora sotto occupazione (nel nord) delle truppe USA, l’aviazione americana ha effettuato negli ultimi giorni vari attacchi contro le forze della resistenza con un bilancio di circa trenta martiri.

Come stigmatizzato dal portavoce iraniano, in due giorni, elicotteri americani hanno effettuato diverse azioni di attacco con l’obiettivo di aumentare l’instabilità in Siria e hanno trasferito i terroristi di Daesh (Stato islamico) nel territorio di questo paese. A dare il cambio agli statunitensi, nell’ultima settimana sono intervenute le forze israeliane a bombardare quotidianamente obiettivi nella zona di Damasco, mentre in precedenza hanno colpito l’aeroporto di Aleppo, danneggiando le piste e rendendo più difficile l’arrivo degli aiuti in un paese già prostrato duramente dal terremoto, dalla guerra e dalle sanzioni.

Di certo l’accordo di pacificazione Iran-Arabia Saudita, intermediato dalla Cina, ha dato un colpo durissimo alle mire di destabilizzazione degli USA nella regione ed al loro prestigio. Il riavvicinamento saudita-iraniano sta cambiando radicalmente lo scenario di sicurezza nella regione dell’Asia occidentale contrapponendosi al ruolo distruttivo esercitato da Washington in quest’area.

Persino nel Sud Est dell’Asia, l’ASEAN, che raggruppa i paesi della regione (fra cui Indonesia, Thailandia, Cambogia, Vietnam e Filippine), ha deciso di estromettere il dollaro dalle transazioni commerciali tra di loro e con la Cina, introducendo lo Yuan come moneta di riferimento. Altrettanto aveva fatto, pochi giorni prima, il Brasile. Sta di fatto che la stretta alleanza e cooperazione fra Russia e Cina ha tolto il tappeto da sotto i piedi all’egemonia americana e questo si riflette in molte aree del mondo.

Tuttavia il fulcro dell’incendio provocato dall’isteria bellica USA si trova in questo momento in Europa, precisamente in Ucraina. Sarà in questo contesto che si deciderà la partita della caduta definitiva della egemonia statunitense, in una lotta divenuta ormai esistenziale per entrambe le parti. La Russia sta lottando per la sua sopravvivenza contro lo schieramento occidentale sostenuto dagli Stati Uniti che mira a distruggere la Russia ed a favorire un cambio di regime al Cremlino. Un obiettivo che, se mancato, potrebbe determinare il ridimensionamento dell’Impero americano, lo sfaldamento della NATO e l’emergere di un nuovo gruppo di testa negli equilibri mondiali (Cina, Russia, India).

Questo spiega la ferma determinazione della élite di potere di Washington a proseguire il conflitto ad ogni costo, fino all’ultimo ucraino e, se necessario, fino all’ultimo europeo.

 

 

 

 

 

Immagine: https://it.insideover.com/

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