Strategia di guerra totale dell’Occidente atlantista contro l’Eurasia
La guerra totale che l’Occidente sta scatenando oggi, sotto la guida dell’elite di potere degli Stati Uniti, punta a creare un mondo diviso in due parti. Da un lato, i paesi sottoposti ai poteri imperiali. Dall’altro, coloro che si muovono contro quell’ordine di marca anglosassone.
A differenza di quanto avveniva in passato, risulta sempre più difficile per un capitalismo degenerativo sviluppare forze produttive efficienti. Infatti, già oggi il sistema della speculazione del capitale finanziario presuppone un freno allo sviluppo sociale in generale. Pertanto, questo ha ridotto anche a grandi passi la capacità di tale sistema nel promuovere il “benessere”, lo sviluppo e la vecchia parvenza di democrazia. Al contrario crescono le disuguaglianze sociali, si riduce il lavoro.
Di fronte a questa crisi, il ceto capitalista cosmopolita, transnazionale cerca disperatamente vie speculative e parassitarie (attraverso quella che è stata chiamata “finanziarizzazione dell’economia”) per estrarre profitto a spese delle popolazioni. Inoltre, le elite dominanti anglosassoni optano sempre più per sbocchi bellicosi: una disperata forma militarizzata globale di conservazione della supremazia.
Queste condizioni si traducono in una geostrategia finalizzata a produrre il caos e uno status di guerra permanente.
Non a caso assistiamo ad una accentuata militarizzazione delle relazioni internazionali che si traduce in una spietata e incessante offensiva globale contro la nuova superpotenza, la Cina; ma le vessazioni “occidentali” sono dirette anche contro la Russia ed hanno spinto entrambi i Paesi a formare un blocco a due molto duro da spezzare.
La Cina punta a realizzare un’intera area transcontinentale economicamente integrata attraverso quella che è conosciuta come una nuova “Via della Seta”. Trattasi di una colossale opera di infrastrutture che realizza collegamenti con più di cento paesi nei cinque continenti.
Con tutti i suoi limiti, la Cina rappresenta comunque un diverso modello di civilizzazione rispetto a quello occidentale e risulta attrattivo per molti paesi del terzo mondo.
A cavallo fra Europa ed Asia troviamo poi una Russia che sta mettendo il suo potere diplomatico e militare al servizio di questo progetto, tanto che sembra iniziare a capire come la sua unica via per il futuro sia puntare ad Est. Va tenuto presente che questa alleanza fa parte della strategia di Mosca per collegare economicamente Europa e Asia in un supercontinente: la Grande Eurasia.
Tale progetto vede la più forte opposizione da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.
Di fronte a questo processo, la reazione delle elite di potere occidentali è portare l’offensiva del caos globale fino alle sue ultime conseguenze. L’alleanza atlantica, il braccio armato degli USA, diventa sempre più aggressiva nei confronti della Russia con continue provocazioni militari. L’Impero anglo USA punta a portare il caos alle frontiere della Russia, istigando l’Ucraina ad una guerra contro la Federazione Russa con il pretesto di risolvere l’annoso conflitto con la parte secessionista del Donbass. Per tale motivo gli USA stanno inviando centinaia di tonnellate di armamenti a Kiev, consiglieri militari e la stessa Gran Bretagna si è offerta di creare basi marittime sul Mar Nero.
L’Impero Anglo USA ha messo in atto una strategia simile contro la Cina: sfida all’integralità del Paese asiatico attraverso l’incentivo secessionista di Taiwan, destabilizzazione della zona uigura, stimolo della tensione al confine con l’India, accerchiamento marittimo delle flotte da guerra.
In un’epoca di guerra totale il rischio diventa anche globale e l’insicurezza raggiunge ogni angolo del pianeta.
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