Sviluppi geopolitici dopo la pandemia

 

Sviluppi geopolitici dopo la pandemia

La diffusione della pandemia del Covid-19 accentua le tensioni sull’arena internazionale. Non è una novità che l’Impero Americano cerchi sempre un nemico da indicare all’opinione pubblica come minaccia per la “sicurezza nazionale”.

Il nemico è stato trovato nella Cina di Xi Jimping, accusata di essere la causa della pandemia che sta investendo tutto il mondo, di aver ritardato le notizie e di non essere stata trasparente.

Il paradosso è che gli USA, che da decenni conducono esperimenti di guerra biologica, di cui mai hanno rivelato quale tipo di esperimenti conducano, accusano gli altri, in questo caso la Cina, di scarsa trasparenza.

Nel frattempo, è trapelata la notizia che Israele era stata avvertita dall’intelligence USA a novembre di una pandemia potenzialmente catastrofica a Wuhan, in Cina, e apparentemente anche altri alleati degli Stati Uniti erano stati avvertiti, sempre a novembre, mentre la Cina è venuta a conoscenza di questo problema di coronavirus il 31 dicembre.

Questa notizia era stata riportata dall’ABC News all’inizio di questa settimana e, naturalmente, l’amministrazione Trump lo ha negato.

Tuttavia, ci sono diverse fonti che confermano questa informazione e questo è piuttosto strano, dal momento che la Cina non era a conoscenza del problema in quel periodo. Lo ha sostenuto anche una televisione israeliana

Quindi, se i servizi di intelligence americani sapevano che una pandemia potenzialmente catastrofica si stava sviluppando a Wuhan, in Cina, a novembre, da questo si potrebbe supporre che gli stessi servizi di intelligence americani sapessero in anticipo cosa stesse accadendo a Wuhan, in Cina, meglio dei cinesi. L’unica spiegazione che si può trovare è che ci sia una mano USA nella diffusione del virus.

Sembra una trama complottista, ma in realtà non lo è se capiamo come avvengono le operazioni segrete e se conosciamo già la completa mancanza di etica tra i responsabili della politica estera.

In ogni caso, gli Stati Uniti avevano il problema di fermare ad ogni costo l’ascesa della Cina al rango di leader mondiale. Per ottenere questo risultato si può pensare che gli USA siano ricorsi ad un sistema di guerra biologica. Anche Pechino sta indagando e a breve o medio termine questo si saprà. Chi ha fatto questo ha voluto silurare l’intera economia globale e trovare un modo perché i singoli paesi guardino altrove piuttosto che alla Cina per importare i loro prodotti.

Se la storia continuasse nella tendenza che aveva prima del coronavirus, i cinesi saranno i leader economici del mondo nell’arco di un decennio o poco più. E questo è inaccettabile per i politici americani. Dovevano trovare un modo per colpire la Cina. Sembra essere quello che hanno fatto.

Ora dicono che chiederanno un risarcimento alla Cina di centinaia o migliaia di miliardi di dollari per la diffusione del virus. Potrebbe essere una dichiarazione di guerra vista la sdegnata risposta di Pechino a tali accuse.

Quindi la propaganda americana anti-cinese indica la responsabilità della Cina e invita gli altri paesi a prendere le distanze dal gigante asiatico ed interrompere i rapporti di cooperazione.

Questa potrebbe essere in realtà la prima fase della terza guerra mondiale, poiché gli Stati Uniti colpiscono preventivamente la Cina non tanto con il virus, ma soprattutto con la massiccia propaganda e, l’effetto che potrebbe manifestarsi, potrebbe essere una reazione uguale e contraria della Cina.

Tutto questo si accompagna ad uno scontro interno agli USA fra la fazione globalista capitanata dai Clinton/Gore/Obama sostenuti dal clan Rothshild/Soros e la fazione neoconservatrice ed evangelica dei Trump/Pence/Pompeo che punta a rompere il gioco della globalizzazione.

Gli interessi sono contrastanti ed a volte mescolati fra loro in quanto sembra che Wall Street e l’apparato industriale militare, in questo momento, non vogliano uno scontro aperto con la Cina.

C’è un’altra cosa da osservare. La goffaggine di Trump negli affari internazionali non si è mai manifestata così apertamente: attaccando il partito al potere, spera che la Cina ripeta gli errori dell’Unione Sovietica.

Con la Cina tutto è diverso. I cambiamenti associati all’arrivo al potere di Xi Jinping nel 2012 non sono stati facili, soprattutto nella fase di preparazione a questo passaggio di potere, che quando avvenne, l’attuale gioco di Trump era già perso prima che iniziasse. Pertanto, se l’attuale presidente americano fosse stato lungimirante, non avrebbe iniziato questo gioco, sebbene sia stato avvertito delle possibili conseguenze.

Il gioco con la Cina da parte di Washington potrebbe ritorcersi inesorabilmente contro chi lo ha lanciato.

Torna in alto