Ucraina-NATO: giunti al punto di inflessione
Giunti a questo punto, si può tracciare una linea e verificare le prospettive che si aprono dopo il vertice di Vilnius e l’ultimo attacco terroristico al ponte di Crimea.
Per la Nato questa è solo una partita a scacchi dove il gioco di assedio alla Russia è iniziato nel 2014, quando il movimento di uscita era stato il golpe a Kiev ma quel gioco è stato spiazzato con la perdita della Crimea, che era il primo obiettivo del gioco di apertura. Avevano puntato su quello Washington e le elite militari dell’Alleanza Atlantica, nella speranza di sottrarre alla Russia il controllo del Mar nero e lo sbocco sul Mar Mediterraneo.
Dopo, la partita si è complicata e, con l’offensiva russa in Ucraina, adesso la Nato sogna di ottenere un successo a qualsiasi prezzo e conduce il gioco alimentando la paura di Russia e Cina.
Dopo l’insuccesso nella campagna militare ucraina, nonostante questa sia stata supportata in tutto dalla Nato, l’unica speranza su cui puntano è quella che la Russia sia destabilizzata dall’interno da traditori.
In questa partita l’alleanza occidentale si trova in una brutta posizione, con l’unica possibilità di difendersi dai movimenti della Russia che sono abbastanza imprevedibili. L’ultima mossa, ampiamente prevista, è stata quella del cambio di tattica della giunta di Kiev (con il supporto della Nato) utilizzando il terrorismo sul territorio russo: colpire le dighe, le centrali nucleari e il ponte della Crimea.
I dirigenti attuali della Nato stanno studiando le mosse di Putin per capire quali potranno essere le sue prossime reazioni.
Tuttavia sono così incolti e arroganti avessero letto la storia, si ricorderebbero delle parole di Wiston Churchill, il quale ebbe a dire che “la Russia è un paese asettico, involto in un mistero dentro di un enigma”. Lo disse quando Hitler iniziò l’invasione dell’URSS, che si concluse con l’uccisione di ventiquattro milioni circa di russi e con Churchill e Roosevelt che dovettero sedersi al tavolo dei vincitori con Stalin.
Per capire i possibili sbocchi del conflitto in corso e fra chi sarà la partita, bisogna seguire con attenzione i movimenti delle forze in campo.
Per quanto nella riunione della Nato di Vilnius si vedevano sorrisi da orecchio a orecchio, come se i delegati fossero sponsorizzati da una firma di dentifricio, in realtà tutto era facciata perché i russi sono usciti con preparativi di guerra non dissimulata. Nel frattempo, in attesa della risposta russa ai piani di guerra della Nato, gli USA procedono a mobilitare 3000 riservisti per rinforzare il fianco est atlantico.
Questo ordine di Washington ha stabilito che è necessario rafforzare le truppe USA in Europa.
Biden ha firmato l’ordine esecutivo dopo aver partecipato al summit della Nato e dopo aver enunciato che la Russia rappresenta la minaccia più significativa per la stabilità e la pace della zona euroatlantica.
Inoltre, nelle decisioni prese nella riunione, si è considerato di inviare istruttori della Nato del Belgio in Ucraina per aumentare la capacità di combattimento del personale militare ucraino. Sono circa trecentomila le sole forze USA schierate nell’Est Europa sotto le frontiere della Russia. Questo trasferimento massiccio di truppe si spiega con il fallimento della controffensiva ucraina che ha subito una rotta, con la distruzione di gran parte delle armi inviate dalla Nato, inclusa l’uccisione di ufficiali della Nato nei loro rifugi bunker e nei centri di comando, occultati in Ucraina.
Questi, secondo la Russia, sono preparativi per la guerra imminente; infatti i generali di Putin chiedono di tirare fuori le armi nucleari anche perché gli ucraini stanno pianificando l’attacco contro installazioni nucleari in territorio russo.
A questo livello, i moniti, gli avvertimenti, le linee rosse sono state tutte superate e la prospettiva è quella di un coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto e la immediata risposta russa. Il punto di inflessione è ormai arrivato.
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