USA, Israele, Arabia Saudita: i distruttori del Medio Oriente

 

USA, Israele, Arabia Saudita: i distruttori del Medio Oriente

Le guerre e le destabilizzazioni sono divenuti la costante dell’area mediorientale a causa dell’influenza negativa che hanno avuto le dottrine del sionismo e del wahabismo, appoggiate dagli Stati Uniti.

Se si va a ripercorrere la Storia degli ultimi 70 anni, non si può negare come l’influenza del sionismo politico abbia contribuito alla crescita del radicalismo mussulmano.

È cosa del tutto dimostrabile che un programma di lungo termine, elaborato dagli strateghi di USA-Israele, per ridisegnare la mappa del Medio Oriente, sia stato portato avanti negli ultimi anni, facendo cadere governi indipendenti e cercando la balcanizzazione dell’Iraq, Siria, Libia… con l’obiettivo prioritario di soggiogare l’Iran.

Ciò che è successo finora in Iraq, in Siria, in Libia e persino nello Yemen può essere visto nel contesto della strategia sionista fatta propria dagli Stati Uniti. È particolarmente importante notare che l’Iraq, la Siria e la Libia erano tre degli stati nazionalisti arabi più stabili, moderni, laici, indipendenti e non settari, mentre adesso sono tre aree collassate.

Simile è l’influenza del wahabismo nella regione. Il wahabismo, come il sionismo, non è una setta religiosa antica di secoli, ma un’ideologia relativamente nuova, assolutista, settaria e barbara, predominante in Arabia Saudita.

La Storia ci insegna che le radici moderne del wahhabismo vanno ricondotte al predicatore del XVIII secolo Muhammad Ibn Abd Al-Wahhab (1703-1792) che affermava di “purificare” l’Islam restituendolo a quelli che credeva fossero i principi originali. Al-Wahhab fu osteggiato persino dal padre e dal fratello per le sue convinzioni fondamentaliste e fanatiche. Ma il movimento ha ottenuto una indiscussa predominanza nella maggior parte della penisola arabica attraverso un’alleanza tra al-Wahhab e la casa di Muhammad Ibn Saud.

Dopo il crollo dell’Impero ottomano, dopo la prima guerra mondiale, i sauditi presero il controllo della penisola arabica e una nazione fu fondata sui principi fanatici di Al-Wahhab. L’Impero britannico ha consentito l’insediamento della Casa dei Saud come “famiglia reale” del Regno dell’Arabia Saudita, nonostante gli accordi fatti durante la guerra (1914-1918) per sostenere gli hashemiti. Furono questi, non i sauditi, a lanciare la rivolta araba contro i turchi ottomani. Eppure fu la fanatica fazione saudita ispirata dai wahabiti che acquisì il vero potere dopo la guerra, grazie all’appoggio britannico.

Le dottrine wahabite hanno esercitato un’influenza importante sulla nascita del jihadismo e del terrorismo fino all’ISIS di oggi. Osama bin Laden stesso era un wahabita. Questo malvagio dogma pseudoislamico è stato diffuso in tutto il mondo per decenni, mediante i fondi sovrani sauditi. Il peggio è che questa propaganda ispirata ai wahabiti, finanziata dall’Arabia Saudita, si è diffusa da molto tempo tra le comunità musulmane di Regno Unito, Francia, Belgio e Paesi Bassi.

La situazione si è aggravata con l’invasione illegale dell’Iraq nel 2003, la cospirazione NATO in Libia e la sanguinosa guerra imposta alla Siria dal 2011. Infatti tutti questi paesi sono ora infestati dagli estremismi fanatici.

Il cosiddetto “Stato Islamico”, noto come ISIS o ISIL o Daesh, è essenzialmente ideologicamente derivato dalla dottrina wahabita. Tale connessione è ulteriormente esacerbata dal fatto che le armi e i finanziamenti sauditi e del Qatar sono in gran parte dietro questi selvaggi e l’emergere dell’ISIS è una conseguenza di questo.

Eppure, mentre l’Afghanistan e l’Iraq erano soggetti all’invasione diretta (e questo ha causato una destabilizzazione totale), il rovesciamento dei governi di Siria e Libia (due paesi che avevano poca, se non nessuna, influenza sulla crescita del globale Jihadismo) è stato apertamente incoraggiato e sobillato dai principali governi occidentali e dall’Arabia Saudita – tramite l’invio di migliaia di mercenari.

Risulta ormai chiaro e dimostrato che il wahabismo è stato la leva utilizzata dal trio USA-Israele-Arabia Saudita per destabilizzare gli Stati laici e nazionalisti del mondo arabo ed imporre un cambio di regime.

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